Progettisti e affini

Giovanni Battista Bodoni

Giovanni Battista Bodoni

(26 febbraio 1740 – 30 novembre 1813)
È stato un incisore, tipografo e stampatore italiano, noto per i caratteri tipografici da lui creati: i Bodoni.

Giambattista Bodoni nacque nel 1740 a Saluzzo da padre stampatore, il quale gli insegnò la professione fin dalla tenera età. Durante la sua adolescenza si recò abitualmente a Roma per lavorare nella tipografia della Congregazione per la Propagazione della Fede (fondata nell’anno 1622 dal papa Gregorio XV per diffondere la dottrina della chiesa cattolica nel mondo), tipografia che abbandonò quando il direttore della stessa, che fu inoltre suo maestro, si suicidò. A questo punto decise di dare una svolta nuova alla sua vita cercando fortuna in Inghilterra ma, nel far scalo a Saluzzo per portare gli ultimi saluti alla sua famiglia, una repentina sifilide lo obbligò a desistere dal viaggio. Una volta tornato in salute però Ferdinando, il duca di Parma, lo nominò direttore della Tipografia Reale di Parma.

Qui Bodoni farà da supervisore per una moltitudine di eleganti edizioni di classici come una celebre edizione dell’Oratio Dominica pubblicata nel 1806 come memoria del viaggio realizzato da Papa Pio VII a Parigi per assistere all’incoronazione di Napoleone Bonaparte. Realizzò inoltre un prologo in francese, italiano e latino scritto col proprio carattere Bodoni e una dedica al principe Eugenio di Beauharnais che finanziò la pubblicazione. L’opera contiene la traduzione in 155 lingue del Padre Nostro ed è il più vasto catalogo alfabetico e di caratteri tipografici mai pubblicato fino a quel momento. Bodoni stesso incise e preparò la matrice per realizzare l’opera. Ogni pagina è un’opera maestra di eleganza e architettura tipografica e la magica successione dei più strani caratteri delle lingue quasi sconosciute in Europa all’inizio del secolo XIX, aumenta l’incanto di questo libro unico al mondo. La tipografia era situata all’interno del vecchio palazzo ducale della Pilotta dov’è collocato attualmente il Museo Bodoniano.

Le edizioni del Bodoni ebbero un enorme successo dovuto soprattutto alla qualità delle stesse, per le quali utilizzava ricche illustrazioni ed eleganti tipografie.

Intorno al 1798 Bodoni disegnò un carattere con un gran contrasto nelle sue linee e un’estremità definita che significò una rivoluzione per la comunità tipografica, che costituì il punto di partenza dei caratteri “moderni”. Fu la moglie Margherita che, rimasta vedova, pubblicò alcuni anni dopo la morte di Bodoni (1813), la sua opera magna: Il Manuale Tipografico (1818).

Il Manuale tipografico
Contiene più di 600 incisioni, caratteri latini ed esotici, mille ornamenti e vignette disegnate dal gran tipografo. Ma il suo vero valore non risiede nel fatto di essere un libro meravigliosamente stampato e di grande rarità e nemmeno nell’essere il testamento del tipografo più importante della sua epoca ma nell’avere al suo interno i primi caratteri moderni più evoluti, raffinati e rigorosi come quelli creati da John Baskerville, però non tanto rigidi e formali come quelli disegnati dal grande rivale francese Firmin Didot. Un altro degli aspetti più importanti di quest’opera monumentale è la sua integrità di stile, che costituisce un modello di coerenza estetica vigente tutt’oggi nella nostra epoca.

Nella sua prefazione al manuale, Bodoni espone i quattro principi o qualità che costituiscono la bellezza di una famiglia di caratteri tipografici:

– l’uniformità o regolarità del disegno, che consiste nel comprendere che molti dei caratteri in un alfabeto hanno elementi in comune che devono rimanere gli stessi precisi in ognuno di essi.
– l’eleganza unita alla nitidezza, ovvero il giusto taglio e la rifinitura meticolosa dei punzoni che producono una matrice perfetta dalla quale ottenere caratteri nitidi e delicati.
– il buon gusto: il tipografo deve restare fedele ad una nitida semplicità e non dimenticarsi mai del suo “debito” con le migliori lettere scritte nel passato.
– l’incanto, una qualità difficile da definire, ma che è presente in quelle lettere che danno l’impressione di essere state scritte non con svogliatezza né con rapidità, ma con somma calma come in un atto d’amore.
Font Forma

FONT BODONI

Bodoni è un tipo di carattere con grazie disegnato da Giovanni Battista Bodoni (1740-1813), caratterizzato da un alto contrasto tra le linee spesse e quelle sottili. È il classico esempio di carattere con grazie moderno.
Le grazie del Bodoni, oltre ad essere molto sottili, sono anche quasi perpendicolari al tratto principale, in contrasto con le grazie che si curvano dolcemente dei cosiddetti tipi “vecchio stile” o rinascimentali. Inoltre, l’enfasi è sui tratti verticali, dando al carattere un aspetto pulito ed elegante, anche se un po’ freddo.
Lo stile originale del Bodoni è periodicamente ripreso da altri caratteri. Durante l’epoca della composizione a piombo, ogni casa produttrice di caratteri aveva la propria versione (adattata) del Bodoni. Anche oggi il Bodoni non è un carattere definito, ma una famiglia di versioni leggermente differenti l’una dall’altra, ciascuna con le proprie particolarità.

Il carattere Bodoni e Parma
La presenza a Parma del tipografo saluzzese ha comportato nel tempo una identificazione del suo carattere tipografico con la città ducale: un abbinamento che dura tuttora dopo due secoli, e che possiamo individuare nelle opere del comune e della provincia di Parma (pubblicazioni a stampa, cartelloni pubblicitari, targhe stradali), ma anche nelle insegne dei negozi e in generale in molti testi stampati al di fuori dell’amministrazione pubblica. L’editore parmense di nascita Franco Maria Ricci ha curato la ristampa del Manuale Tipografico bodoniano ed utilizza il carattere Bodoni nei suoi libri e riviste (FMR, KOS ecc.) Sempre a Parma è presente il Museo Bodoni dove si conservano ancora le opere stampate dal grande tipografo e più di 25 000 punzoni originali.

Fonte: Wikipedia