Progettisti e affini

Pontenove

Pontenove

Dato lo sviluppo e l’importanza del centro formatosi attorno alla pieve di Pontenove, in sostituzione del vecchio ponte romano andato distrutto, un nuovo ponte era stato eretto nei pressi di questo nucleo abitativo.
Fonti storiche raccontano che questo ponte sul Chiese venne demolito attorno al 1337, nella lotta tra i Visconti di Milano e la Comunità della Riviera del Garda bresciano, a cui Bedizzole apparteneva, e che stava in quel periodo entrando sotto la sfera di influenza di Venezia nella sua espansione, oltre che per mare, anche sulla terraferma. In seguito fu ricostruito.
Quando i ponti erano inagibili, per raggiungere la pieve i fedeli si servivano di un guado a un centinaio di metri più a settentrione dell’antico ponte romano e di un altro guado in prossimità di Cà del Bisso, dove ancora oggi una stradina in aperta campagna lastricata di ciottoli porta al fiume.
Come tramandato dal Gregorini, arciprete di Bedizzole dal 1871 al 1903, studioso e profondo conoscitore della storia locale a cui aveva dedicato il volumetto “Memorie di Bedizzole nel XVI secolo”, e come si evince da vecchie delibere comunali, il ponte era fatto di legno e per questa sua natura soggetto spesso a lavori di manutenzione, con continui costi per la comunità.
Per questo motivo il Comune, dopo aver ricevuto in dono dall’Arciprete Leonardo Benaglio (1675-1718) il ponte con tutti i diritti di pedaggio, deliberava nell’anno 1718 di costruirne uno nuovo.
L’attuale ponte, com’è oggi, fu costruito dunque negli anni che vanno dal 1718 al 1724.
Le fasi della sua costruzione sono ben documentate nei Registri delle Vicinie (assemblee comunali) dell’Archivio Comunale Antico.
Da esse apprendiamo che il ponte in precedenza era fatto di legno, che al Nizzolaro esisteva un bosco, che i piloni vennero costruiti in anni successivi e che in una assemblea venne stabilito che la copertura del ponte non venisse fatta in legno bensì con arcate in pietra quadrata per una maggiore stabilità, anche se questa soluzione comportava una spesa non indifferente.
Il ponte sul fiume Chiese a Pontenove costruito nel 1724 A Bedizzole, nello stesso periodo in cui il ponte veniva eretto, avevano avuto inizio i lavori per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale (1721-1760), il cui progetto e direzione dell’opera erano stati affidati all’architetto Antonio Spazzi.
In una delibera del 16 marzo 1724 il Comune stabiliva di affidare all’architetto della nuova parrocchiale il restauro della torre del castello con l’applicazione di chiavi di ferro massicce per rinforzarne le mura.
Particolare questo interessante perché anche nella nuova costruzione del ponte vengono applicate uguali chiavi di ferro, due coppie per ogni arcata.
Il che fa pensare che, data la frequente presenza in paese di Antonio Spazzi allo scopo di assistere i lavori della nuova parrocchiale, è più che provabile che questo architetto, interpellato, abbia contribuito anche alla progettazione e alla direzione dei lavori del nuovo ponte.
Nel 1743 Pontenove chiede al Comune di erigere sul ponte una nicchia con la statua di S. Giovanni Nepumoceno e l’anno successivo di poter elevare un portico antistante la medesima cappella.
L’eleganza architettonica di questa costruzione e la sua realizzazione, curata nei minimi particolari, fanno ritenere questo tempietto opera di un valente architetto, che dovrebbe essere anche in questo caso il suddetto Antonio Spazzi.
L’attuale ponte sul Chiese presso Pontenove non è dunque romano bensì settecentesco.
La documentazione della sua costruzione, qui solo accennata, è riportata dettagliatamente, con i vari numeri delle delibere dei registri comunali dell’epoca, nel libro di Emilio Spada “Bedizzole, Antichità Romane e Nuovo Studio Storico” (1979), opera questa per la storia di Bedizzole preziosissima e fondamentale